Che un buon contratto sia uno strumento di lavoro solido e fondamentale, per ogni imprenditore e professionista, è una certezza.
Questo strumento così utile subisce, però, a volte, gli effetti di un pregiudizio radicato nel tempo, ovvero che il contratto debba essere qualcosa di complicato e comprensibile solo agli avvocati e ai notai. E, purtroppo, questa convinzione scoraggia a volte l’uso di uno strumento fondamentale per ogni imprenditore e professionista.
La buona notizia è che si tratta, appunto, di un pregiudizio.
Se è vero che – molto più in passato che oggi – l’uso di formule contorte, espressioni in latino e del linguaggio “legalese” rendevano il contratto una faccenda da addetti ai lavori, oggi la tendenza si è invertita ed è considerato un buon contratto, innanzitutto, quello chiaro nella formulazione, nei termini utilizzati e nell’impostazione grafica.
Premesso che i contenuti giuridici del contratto devono essere corretti (ovviamente!), i vostri clienti apprezzeranno certamente di più un documento comprensibile alla prima lettura, senza sforzi, piuttosto che un altro, che firmeranno magari lo stesso, ma in preda all’ansia da incomprensione.
Ormai da qualche anno, si parla di legal design, ovvero di una disciplina giuridica che ha come obiettivo di rendere più comprensibili i testi giuridici, i contratti, le leggi e in certi casi le sentenze, attraverso l’utilizzo di schemi, immagini, diagrammi ed un linguaggio semplificato. Ne parla in maniera diffusa e completa Claudia Morelli, in un articolo pubblicato sulla rivista giuridica online Altalex, che puoi leggere qui.
Quindi, in che modo puoi rendere i tuoi contratti più semplici e fruibili per i tuoi clienti, insomma più “moderni”? Qualche suggerimento:
Less is more. Rileggi ogni frase, elimina le ripetizioni, le ridondanze, “asciuga” le frasi, che devono essere brevi.
Scrivilo semplice. Se nel tuo contratto sono contenuti termini antiquati o, al contrario, troppo inglese, troppe sigle, acronimi, tecnicismi, fai la pace con la lingua italiana e ricordati che il tuo cliente, spesso, non fa il tuo lavoro e ha bisogno di comprendere quello che legge, in un minuto.
Usa il tuo stile. Se nel tuo lavoro usi un linguaggio ed uno stile informale, perché non farlo anche nei documenti e nei contratti che usi? Ricordati che l’importante è essere chiari e corretti giuridicamente e questo non vuol dire necessariamente essere “formali”.
Schematizza. Molto facilmente il tuo contratto sarà già diviso per punti/concetti. Se non è così: fallo subito! Poi evidenzia i diversi punti anche graficamente con l’uso di titoli evidenziati, box colorati (se è il tuo stile) e caratteri leggibili.
Allora, che risultato hai ottenuto? Il tuo contratto ti somiglia di più?